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//(AUTO)D’APRèS//

#QUANDO ERO PICCOLO    #MERITIVO  

#COMPLESSAGE           #SETTANTATRE  

DOMENICA 23 MARZO 2025

DALLE 16 ALLE 20 (E OLTRE, SE NECESSARIO)

MUSEOTEO+

VIA STROMBOLI 3   [CIT. 9]   MILANO

M 4 CALIFORNIA [BUS 50 , 58, 68 TRAM 10]

QUANDO ERO PICCOLO: MERITIVO/COMPLESSAGE/73

(Auto)D’APRèS è un omaggio ad Autodamè di Enrico Baj, «parodia patafisica dell’austero Auto da fé, di Elias Canetti, [che] suona come un calembour di Duchamp, una parola portmanteau di Carroll, una combinaison di Queneau, un vocabolo dell’Oulipo» di cui merentivo e complessage  sono ovviamente ed evidentemente parte costituente.

Il meritivo è un’alternativa semantica dell’apericena, termine inascoltabile e intollerabile, ma soprattutto socioculturale: dalla merenda all’aperitivo, ma non succede nulla di particolare, se non l’incontrarsi. E “guardare, mangiare e bere” (op.cit.), come in una inaugurazione che si rispetti. Dove, ovviamente, vale anche una toccata e fuga, che anzi per qualcuno sarebbe l’ideale.

Complessage non è un gioco di carte (per ingannare il tempo in un pomeriggio in cui non accade nulla, salvo che voi lo vogliate), cui sono notoriamente allergico nonché totalmente inetto (sapevatelo), ma sta banalmente per vernissage di compleanno. Due cose di cui sono molto esperto, sia per pratica che per età: celebri sono stati quelli per i quaranta (Ogni scarrafone è bello a mamma soie, Galleria di Porta Ticinese, grazie a Gigliola Rovasino e Bianca Tosatti), cinquanta (Breve storia epistolare dell’arte, Studio D’Ars, grazie a Grazia Chiesa e Lea Vergine), sessanta (sessanta x sessanta, Studio Pigreca, grazie a Flavia Alman e Sabine Reiff). Ci sono stati anche i sessantacinque con la mostra S/Corporea e i settanta entrambi c/o Museoteo+. Nell’ultima occasione ho presentato una nuova opera NY/Manet e lo storico autoritratto/alterego rappresentato dagli abiti che indossavo il 24 settembre 1990 alla mostra Sansistosei, che ha segnato la nascita di Museo Teo (quest’anno celebreremo i Trentacinque, sapevatelo), opera ripresa sia in Anamorfosi del presente che Da vicino nessuno è lontano, e che tanto è in permanenza nella collezione…

Anche in questa occasione nuove opere, autoritratti della serie infinita Io Narciso realizzati quest’anno, ma d’après perché la foto originale non è stata scattata da me.

Due ritratti inediti di Marco Caselli (Multimedia Bus, Centro Video Arte di Palazzo dei Diamanti, Ferrara, 1979) e di Doretta Cecchi del 1980 (circa), uno - noto solo agli amici - di Maurizio Oglio (1972), due quasi storici di Paolo Sacchi (1995, Museo Teo Artfanzine #8) e di un membro della Brigata Poder Popular (probabilmente Klaus Guldbrandsen o Marco De Zordo, Università Statale, 1974, credo) fino a quello di Jochen Gerz del 2007 per la mostra Salviamo la luna. (Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo).

Su richiesta sarà possibile vedere un autoritratto recente, ma rielaborato da foto metà anni ottanta (forse) esposto nel Gabinetto dei disegni verde e blu (Vietato ai minori di 16 anni, come si usava una volta).

Prima era ogni dieci anni, poi cinque, ma poiché è impossibile festeggiare un compleanno ogni due-emmezzo (che in realtà coinciderebbe con quello di Museo Teo) facciamo tre, che la prossima volta saranno due, ma se contiamo il tre-emmezzo di Museo Teo sara uno-emmezzo… d’altronde come ho più volte ribadito rispetto alla numerazione di Museo Teo Artfanzine, la numerazione è una opinione.

Sull’età però esistono solo certezze.