Walk-In Studio/Walk-Out Studio, il festival degli studi e degli spazi d'artista torna
FRAME FLOWERS & FLAGS
avrà luogo
GIOVEDì 22 OTTOBRE 2020
DALLE 15 ALLE 19
Giovanni Bai aderisce a Walk-in Studio 2020 [Walk-Out Studio!]con
una installazione di arte apotropaica, realizzata con materiali artigianali
provenienti dall’archivio di Museoteo+, dove ruolo centrale assume la “Bandiera
contro i nemici” [Cờ chống lại kẻ
thù/Drapeau contre les
ennemis] di Nguyễn Lê Hân,
sarto di Hanoi.
Condividendo la
proposta di utilizzare “tipologie d'accesso
che permettano alle persone di stabilire un contatto senza avvicinarsi troppo”
l’installazione sarà allestita sul balcone dello studio che si affaccia sulla
Via dei Sormani (angolo Via Allegranza).
Una
cornice dorata dell’inizio del secolo scorso come soglia, una bandiera, un noren
[il tradizionale divisorio in stoffa giapponese] raffigurante il cerchio
(Ensō /円相), un
tessuto messicano decorato con le Calacas de Los Dias de los Muertos
e un Budda di Giovanni Bai accoglieranno il pubblico, ma protagonisti saranno
anche i fiori del giardino: chi
li vuole, fino a esaurimento, aloe, altre piante grasse e miseria (che,
nonostante il nome è una pianta bellissima) non dovrà far altro che chiedere...
Al momento non è fiorita soltanto la Dipladenia, ma anche la Plumbago, la Miseria e persino la Bouganvillea e ai fiori si aggiungeranno anche i loro ritratti loro ritratti...
Sarà anche disponibile il numero del trentennale di MUSEOTEO(+)ARTFANZINE.
Giovanni Bai
Frame Flags Flowers. L’installazione interattiva [con
l’artista] è visibile in Via dei Sormani/angolo Via Allegranza [La facciata dell’edificio è Via Stromboli 3]
Contatti 3338498282
Walk-In Studio invita gli artisti ad aprire i loro studi per organizzare mostre ed eventi che coinvolgano altri autori creando un circuito di scambio e di dialogo anche intergenerazionale, creare un’occasione di incontro diretto e amichevole tra artisti e territorio, tra autori e pubblico.
Quest'anno invitiamo gli artisti che vogliono partecipare a Walk-In Studio a progettare modalità di condivisione dello spazio e situazioni che traggano stimolo dall'esperienza che stiamo vivendo oggi, dalle sue emergenze e dalle sue complicazioni. previsto per maggio è stato spostato a giugno e poi a ottobre, e finalmente ci siamo!
A causa del rischio Covid-19 lo studio è pensato come un attrattore, un hashtag, un perno attorno al quale attivare una dinamica, azioni, idee, tipologie d'accesso che permettano alle persone di stabilire un contatto senza avvicinarsi troppo. Progettate con grazia, forse con pudore, magari con ironia, speriamo con grande energia! Provate a partire dall'agire in quello "spazio d'artista" che è intimo ma anche aperto all'esperienza del quotidiano, al quartiere, alla strada, alla città. Pensate a un Walk-Out Studio!
Don't
Walk In… Esci, non entrare, gira attorno, guarda in su, prendi giù. Uscire
dallo studio e entrare nel terrazzo che si affaccia sulla strada, ma voi non
potete entrare, dovete guardare da giù: non è che vi voglia guardare dall’alto
in basso, ma io non esco… non ci riesco. Però vorrei farvi un regalo e se
verrete a farmi visita calerò un cestino con una pianta del mio giardino…
Magari potrei anche scendere a portarvela, e non si sa mai che possa anche
farvi salire, ma questo è tutto da vedere. Comunque le cose da vedere saranno
visibili dalla strada e qualcosa anche in strada, forse.
Walk-in
Studio doveva essere il secondo appuntamento in preparazione dei festeggiamenti
in autunno per i trent’anni di Museoteo+ a Londra e Milano, ma sono rinviati a
chissà-quando… (il
primo era stato in occasione della quindicesima Giornata del Contemporaneo il 12 ottobre 2019
Gli eventi che ci hanno
costretto a rivoluzionare tutta la nostra vita ci costringono anche a cambiare
il progetto che avevamo in mente per walk-entrare in una nuova fase
della ricerca sui vostri e nostri fatti della vita… Cosa vuoi che sia cambiare
un progetto quando hai cambiato tutta la tua vita: e poi degli artisti che
volevo invitare ne avevo invitato solo uno, che capirà, gli altri non lo sanno
nemmeno, ma penso che prima o poi lo sapranno.
Si vabbè ma che cosa vedrete?
Intanto i fiori, ma ci saranno ancora le rose e le buganvillee?
Di sicuro i gelsomini, quelli finti, i Rincospermo, perché
quello vero, il gelsomino siciliano, la fioritura l’ha fatta ad aprile…
Fiorisce tardi la plumbago, (o il plumbago, ma a me piace sia femmina)
che qualcuno chiama gelsomino azzurro, e forse ci sarà…
E poi ci
sono le aloe, e le altre piante grasse, quelle che vi voglio
regalare, insieme con la miseria che, a dispetto del nome, è una pianta
bellissima e fa dei fiorellini azzurri. È chiamata anche Tradescantia, ci
dicono, ma così la chiamava Linneo, quindi è la Tradescantia ad essere
chiamata miseria… Come le piante grasse è facile da mantenere e si riproduce,
per questo ne ho tanta.
Le aloe
sono fiorite adesso e quindi a giugno non lo saranno, però, a differenza delle
agavi, dopo la fioritura non muoiono, anzi, a volte nascono due fiori
contemporaneamente, se hanno una seconda fioritura al momento non lo ricordo…
Poi c’è la
cornice, una vera cornice dorata, che ho messo ieri per inquadrare meglio lo
spazio esterno dall’interno, e viceversa. L’idea me l’ha data una mamma con
bambino che usciva dal giardino di fronte, che ci ha tenuto a dirmi che
guardava le mie piante e in particolare quella breccia in cui mi affacciavo, ma
comunque lo sapevo che non stava guardando me. Forse in quella cornice potrete
vedermi in persona. Forse ci sarà un mio lavoro, più defilato, da vedere tra le
fronde, ma è un Budda dorato, che ho deciso di accoppiare all’opera centrale di
questo allestimento, quella “bandiera contro i nemici” che ho esposto il 25
aprile con la bandiera della pace, mentre risuonava “Bella ciao”. La bandiera è
un lavoro del 1992 di Nguyễn Lê Hân, un sarto di Hanoi [di cui ho
perso le tracce, credo nessun legame con la omonima videoartista] e l’ho usata contro
i nemici di ogni tipo, dai fascisti al corona-virus (covid-19 non
mi piace)… Accanto a Cờ
chống lại kẻ thù altre bandiere artigianali anonime, un noren
comprato ad Asakusa che rappresenta il cerchio Ensō (円相), e un tessuto messicano per i giorni
dei morti (Los Dias de los Muertos) decorato con le Calacas: in
Messico non ci sono stato, ma in quei giorni a Los Angeles [che, come dice il
nome, è una città messicana] a Downtown, davanti al municipio, costruiscono
delle installazioni incredibili. Quasi ci metto anche dell’aglio, ripensando
alla giaculatoria napoletana resa famosa negli anni sessanta da Peppino De
Filippo/Pappagone: aglio fravaglio fattura ca nun quaglia [formula che
ho sempre recitato come allora l’avevo capita: aglio travaglio fattura e
conguaglio…]
Sarà una doppia soglia, dalla cornice
che garantisce il passaggio attraverso la barriera vegetale si accede al noren
che introduce alla casa-studio, che molti di voi conoscono. Ma questa volta vi
fermerete lì, come il virus È un rituale apotropaico [come l’installazione che
avevamo fatto tanti anni fa a Gardone Valtrompia]: la “bandiera contro i
nemici” è un oggetto scaramantico, per scongiurare la pandemia, ma è anche
un’opera d’arte, come lo sono il noren e il tessuto de los muertos. Ecco,
la tanto da me aborrita arte al tempo del coronavirus ha trovato la sua
forma…
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Nguyễn Lê Hâ
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GUARDA IN ALTO
di MARIANGELA VITALE
FRAME FLAGS FLOWERS
di RORY GRACE HIERZER