Walk-In Studio 2020


Walk-In Studio/Walk-Out Studio, il festival degli studi e degli spazi d'artista torna 
dal 20 al 24 ottobre 2020: PROGRAMMA

FRAME FLOWERS & FLAGS
avrà luogo
GIOVEDì 22 OTTOBRE 2020
DALLE 15 ALLE 19

Giovanni Bai aderisce a Walk-in Studio 2020 [Walk-Out Studio!]con una installazione di arte apotropaica, realizzata con materiali artigianali provenienti dall’archivio di Museoteo+, dove ruolo centrale assume la “Bandiera contro i nemici” [Cờ chống lại kẻ thù/Drapeau contre les ennemis] di Nguyễn Lê Hân, sarto di Hanoi. 
Condividendo la proposta di utilizzare “tipologie d'accesso che permettano alle persone di stabilire un contatto senza avvicinarsi troppo” l’installazione sarà allestita sul balcone dello studio che si affaccia sulla Via dei Sormani (angolo Via Allegranza).
Una cornice dorata dell’inizio del secolo scorso come soglia, una bandiera, un noren [il tradizionale divisorio in stoffa giapponese] raffigurante il cerchio (Ensō /円相), un tessuto messicano decorato con le Calacas de Los Dias de los Muertos e un Budda di Giovanni Bai accoglieranno il pubblico, ma protagonisti saranno anche i fiori del giardino: chi li vuole, fino a esaurimento, aloe, altre piante grasse e miseria (che, nonostante il nome è una pianta bellissima) non dovrà far altro che chiedere...
Al momento non è fiorita soltanto la Dipladenia, ma anche la Plumbago, la Miseria e persino la Bouganvillea  e ai fiori si aggiungeranno anche i loro ritratti loro ritratti...
Sarà anche disponibile il numero del trentennale di MUSEOTEO(+)ARTFANZINE.

Giovanni Bai
Frame Flags Flowers. L’installazione interattiva [con l’artista] è visibile in Via dei Sormani/angolo Via Allegranza [La facciata dell’edificio è Via Stromboli 3]   
Contatti 3338498282







Walk-In Studio invita gli artisti ad aprire i loro studi per organizzare mostre ed eventi che coinvolgano altri autori creando un circuito di scambio e di dialogo anche intergenerazionale, creare un’occasione di incontro diretto e amichevole tra artisti e territorio, tra autori e pubblico.
Quest'anno invitiamo gli artisti che vogliono partecipare a Walk-In Studio a progettare modalità di condivisione dello spazio e situazioni che traggano stimolo dall'esperienza che stiamo vivendo oggi, dalle sue emergenze e dalle sue complicazioni. previsto per maggio è stato spostato a giugno e poi a ottobre, e finalmente ci siamo!
A causa del rischio Covid-19 lo studio è pensato come un attrattore, un hashtag, un perno attorno al quale attivare una dinamica, azioni, idee, tipologie d'accesso che permettano alle persone di stabilire un contatto senza avvicinarsi troppo. Progettate con grazia, forse con pudore, magari con ironia, speriamo con grande energia! Provate a partire dall'agire in quello "spazio d'artista" che è intimo ma anche aperto all'esperienza del quotidiano, al quartiere, alla strada, alla città. Pensate a un Walk-Out Studio!


Don't Walk In… Esci, non entrare, gira attorno, guarda in su, prendi giù. Uscire dallo studio e entrare nel terrazzo che si affaccia sulla strada, ma voi non potete entrare, dovete guardare da giù: non è che vi voglia guardare dall’alto in basso, ma io non esco… non ci riesco. Però vorrei farvi un regalo e se verrete a farmi visita calerò un cestino con una pianta del mio giardino… Magari potrei anche scendere a portarvela, e non si sa mai che possa anche farvi salire, ma questo è tutto da vedere. Comunque le cose da vedere saranno visibili dalla strada e qualcosa anche in strada, forse.
Walk-in Studio doveva essere il secondo appuntamento in preparazione dei festeggiamenti in autunno per i trent’anni di Museoteo+ a Londra e Milano, ma sono rinviati a chissà-quando… (il primo era stato in occasione della quindicesima Giornata del Contemporaneo il 12 ottobre 2019
Gli eventi che ci hanno costretto a rivoluzionare tutta la nostra vita ci costringono anche a cambiare il progetto che avevamo in mente per walk-entrare in una nuova fase della ricerca sui vostri e nostri fatti della vita… Cosa vuoi che sia cambiare un progetto quando hai cambiato tutta la tua vita: e poi degli artisti che volevo invitare ne avevo invitato solo uno, che capirà, gli altri non lo sanno nemmeno, ma penso che prima o poi lo sapranno.
Si vabbè ma che cosa vedrete? Intanto i fiori, ma ci saranno ancora le rose e le buganvillee? Di sicuro i gelsomini, quelli finti, i Rincospermo, perché quello vero, il gelsomino siciliano, la fioritura l’ha fatta ad aprile… Fiorisce tardi la plumbago, (o il plumbago, ma a me piace sia femmina) che qualcuno chiama gelsomino azzurro, e forse ci sarà…
E poi ci sono le aloe, e le altre piante grasse, quelle che vi voglio regalare, insieme con la miseria che, a dispetto del nome, è una pianta bellissima e fa dei fiorellini azzurri. È chiamata anche Tradescantia, ci dicono, ma così la chiamava Linneo, quindi è la Tradescantia ad essere chiamata miseria… Come le piante grasse è facile da mantenere e si riproduce, per questo ne ho tanta.
Le aloe sono fiorite adesso e quindi a giugno non lo saranno, però, a differenza delle agavi, dopo la fioritura non muoiono, anzi, a volte nascono due fiori contemporaneamente, se hanno una seconda fioritura al momento non lo ricordo…
Poi c’è la cornice, una vera cornice dorata, che ho messo ieri per inquadrare meglio lo spazio esterno dall’interno, e viceversa. L’idea me l’ha data una mamma con bambino che usciva dal giardino di fronte, che ci ha tenuto a dirmi che guardava le mie piante e in particolare quella breccia in cui mi affacciavo, ma comunque lo sapevo che non stava guardando me. Forse in quella cornice potrete vedermi in persona. Forse ci sarà un mio lavoro, più defilato, da vedere tra le fronde, ma è un Budda dorato, che ho deciso di accoppiare all’opera centrale di questo allestimento, quella “bandiera contro i nemici” che ho esposto il 25 aprile con la bandiera della pace, mentre risuonava “Bella ciao”. La bandiera è un lavoro del 1992 di Nguyễn Lê Hân, un sarto di Hanoi [di cui ho perso le tracce, credo nessun legame con la omonima videoartista] e l’ho usata contro i nemici di ogni tipo, dai fascisti al corona-virus (covid-19 non mi piace)… Accanto a Cờ chống lại kẻ thù altre bandiere artigianali anonime, un noren comprato ad Asakusa che rappresenta il cerchio Ensō (円相), e un tessuto messicano per i giorni dei morti (Los Dias de los Muertos) decorato con le Calacas: in Messico non ci sono stato, ma in quei giorni a Los Angeles [che, come dice il nome, è una città messicana] a Downtown, davanti al municipio, costruiscono delle installazioni incredibili. Quasi ci metto anche dell’aglio, ripensando alla giaculatoria napoletana resa famosa negli anni sessanta da Peppino De Filippo/Pappagone: aglio fravaglio fattura ca nun quaglia [formula che ho sempre recitato come allora l’avevo capita: aglio travaglio fattura e conguaglio…]

Sarà una doppia soglia, dalla cornice che garantisce il passaggio attraverso la barriera vegetale si accede al noren che introduce alla casa-studio, che molti di voi conoscono. Ma questa volta vi fermerete lì, come il virus È un rituale apotropaico [come l’installazione che avevamo fatto tanti anni fa a Gardone Valtrompia]: la “bandiera contro i nemici” è un oggetto scaramantico, per scongiurare la pandemia, ma è anche un’opera d’arte, come lo sono il noren e il tessuto de los muertos. Ecco, la tanto da me aborrita arte al tempo del coronavirus ha trovato la sua forma…

Nguyễn Lê Hâ

FOTO DI MATTEO SAVANI



GUARDA IN ALTO
di MARIANGELA VITALE

FRAME FLAGS FLOWERS
di RORY GRACE HIERZER