Dal 24 giugno al 30 ottobre 2011, nel quadro della mostra collettiva Le Temps de l'Ecoute (Listening Time - Music and soundart on the French Riviera from 1950 to present) presso il Centro d'Arte Contemporanea di Villa Arson di Nizza, Jerome Joy presenta l'archivio del progetto Collective JukeBox (1996-2004), utilizzando lo stesso juke box (AMI ROWE 100cd) usato nella presentazione al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello balsamo (Milano) del 2004.
Per l'occasione sono stati realizzati un booklet e un poster (2mx1m)con le coordinate di tutti gli artisti che hanno partecipato al progetto, scaricabili dal sito.
Archivio del progetto Collective JukeBox (1996-2004), un progetto audio che raccoglie registrazioni di opere sonore e musicali di oltre 500 artisti e compositori.
CJ non è né una playlist, né un'etichetta, né un'audioteca personale, né un programma radiofonico, né un ambiente p2p, né un podcast, né un soundcloud, ecc. CJ è una piscina vivente e un auditorium per la creazione e i creatori di suoni e musica. CJ è una macchina da juke-box reale, molto strabiliante e sorprendente.
« Il compositore francese Jerome Joy si è occupato di costruire comunità musicali e di forme alternative di rendere accessibile la musica. Il suo progetto "Collective Jukebox" (iniziato nel 1996) prevedeva la costruzione di un jukebox in grado di riprodurre registrazioni di musicisti sperimentali provenienti da tutto il mondo. Ha poi chiesto alle persone di tutto il pianeta di contribuire alle registrazioni e di far conoscere ai loro amici e conoscenti il suo invito aperto. Non curò le registrazioni; piuttosto, includeva tutto ciò che gli era stato inviato. Voleva creare una sorta di "commons" musicale, dove sarebbero state disponibili le informazioni di chiunque volesse partecipare. Il jukebox è stato installato in una serie di musei d'arte in tutta Europa negli ultimi otto anni, dove la sua musica è disponibile per il pubblico da ascoltare ed esplorare. Jerome Joy vuole creare un luogo in cui le persone interessate ad ascoltare nuove forme di creatività sonora possano facilmente trovare quel lavoro. Il lavoro di Joy è un esempio di un compositore che cerca di stabilire una nuova base per la comunità musicale e artistica. »
(Warren Burt, "Experimental Music in 2005", In "World Music Today")
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© Jochen Gerz
il s'intéresse aux problèmes de la communication et du fonctionnement des médias. En 1990, il fonde l'association culturelle "Museo Teo", musée sans siège et sans oeuvres, qui publie la revue Museo Teo Artfanzine.
Il a exposé dans les principales villes italiennes, ainsi qu'à Paris, Londres, Berlin, Tokyo et Shanghai.
© Jochen Gerz
GIOVANNI BAI
- (Milano, 1952)
- Sociologo e videopittore, si occupa di problemi della comunicazione e del funzionamento dei media. Nel 1990 ha fondato l'associazione culturale Museo Teo, museo senza sede e senza opere, che pubblica la rivista Museo Teo Artfanzine. Ha esposto nelle principali città italiane e a Parigi, Londra, Berlino, Tokyo e Shanghai.
GIOVANNI BAI (Milano, Italia, 1952)
Sociologist and artist, publisher, performer and independent curator, Bai concentrates on the issues of communication and functioning of media.
In 1990 he founded Museo Teo, an atypical institution for the diffusion of contemporary art, «a museum without a location and without works of art», which publishes since 1991 Museo Teo Artfanzine, a creative and alternative magazine (free hand for the graphics and therefore always a different format and graphic layout).
He also teaches Sociology and Economics at The Multimedia Communication Institute ITSOS Steiner in Milan and he has written the books Manuale per il giovane artista (1996), Immagini della società (2005), Leggere la società (2012), Indice analitico della letteratura universale. Volume primo. I fatti della vita (2018).
Sociologue et vidéo-peintre,il s'intéresse aux problèmes de la communication et du fonctionnement des médias. En 1990, il fonde l'association culturelle "Museo Teo", musée sans siège et sans oeuvres, qui publie la revue Museo Teo Artfanzine.
Il a exposé dans les principales villes italiennes, ainsi qu'à Paris, Londres, Berlin, Tokyo et Shanghai.